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Quando si affronta l'acquisto di un immobile, tra le tante sigle che compaiono nei documenti bancari e nei contratti, TAN e TAEG sono tra le più ricorrenti. Si trovano in ogni proposta di finanziamento, nei contratti di mutuo, nei prospetti informativi. Per molti però la differenza tra TAN e TAEG resta poco chiara.
Serve comprenderla per valutare correttamente il costo di un finanziamento, confrontare offerte tra banche e prendere decisioni consapevoli.
In questa breve guida chiariremo cosa sono TAN e TAEG, quali voci comprendono, in che modo incidono sulla rata e sul costo globale del mutuo, e come vanno letti correttamente.
Il TAN, acronimo di Tasso Annuo Nominale, è il tasso di interesse "nudo" che la banca applica al capitale preso in prestito. Esprime il costo annuo del finanziamento in termini di interessi e non tiene conto di alcuna spesa accessoria.
Ad esempio, un mutuo di 150.000 euro con TAN al 4% prevede che ogni anno si paghi il 4% di interessi sul capitale residuo. La rata mensile sarà calcolata in funzione di questo tasso, su base costante (nel caso di mutui a tasso fisso) oppure variabile (se legato a un indice di riferimento come Euribor o BCE).
È quindi un valore utile per capire quanto si paga ogni mese in interessi, ma non è sufficiente per valutare l’intero costo del mutuo.
Il TAEG, acronimo di Tasso Annuo Effettivo Globale, è invece un indicatore più completo. Esprime il costo effettivo e complessivo del mutuo per il cliente, tenendo conto non solo degli interessi (quindi del TAN), ma anche di tutte le spese obbligatorie che gravano sul finanziamento.
Il TAEG è l’unico strumento valido per confrontare mutui diversi, perché consente di valutare quanto costerà realmente il finanziamento, indipendentemente da come viene costruita la rata.
Immaginiamo due offerte di mutuo identiche per importo e durata:
A prima vista, il TAN più basso della Banca A sembra più conveniente. Tuttavia, la Banca B ha un TAEG inferiore, segno che le spese accessorie sono inferiori. Questo significa che, sul lungo periodo, il mutuo B può costare meno, pur avendo un TAN leggermente più alto.
È questo il motivo per cui la legge impone agli istituti di credito di indicare entrambi i tassi, ma riconosce nel TAEG il principale strumento di confronto tra offerte.
La distinzione tra TAN e TAEG è regolata dal D. Lgs. 385/1993 (Testo Unico Bancario) e dal Codice del Consumo, che definisce il TAEG come l'indicatore sintetico di costo che deve apparire obbligatoriamente in ogni contratto di credito.
La trasparenza informativa è obbligatoria: banche e intermediari devono indicare chiaramente, in modo comprensibile e non ambiguo, il TAN e il TAEG, sia nella documentazione precontrattuale che nel contratto vero e proprio. Il cliente ha diritto a un prospetto informativo (ESIS) che illustri il piano di ammortamento, la composizione delle rate e l’incidenza delle spese accessorie.
Il notaio, al momento della stipula del mutuo, svolge un ruolo non solo come pubblico ufficiale, ma anche come garante della trasparenza del contratto. Deve accertarsi che il cliente abbia compreso il significato e le conseguenze del TAN (cioè la rata effettiva), oltre al valore del TAEG (cioè quanto pagherà in tutto).
Un notaio può anche aiutare a valutare le differenze tra le offerte eventualmente valutate.
In caso di rinegoziazione o surroga del mutuo, è particolarmente importante spiegare se il TAEG cambia e perché: può accadere, ad esempio, che un mutuo rinegoziato abbia un TAN più alto ma un TAEG più basso, se nel nuovo contratto non ci sono più spese accessorie da sostenere.
Redazione Studio Chianca